U-Power sospende lo spot con Diletta Leotta: ecco i motivi della decisione.

Diletta Leotta e U-Power: uno spot controverso
Diletta Leotta, popolare conduttrice e famosa testimonial del brand di scarpe da lavoro U-Power, ha recentemente fatto notizia per uno spot pubblicitario che ha suscitato polemiche significative. Accanto a grandi nomi come John Travolta e Gerard Butler, la Leotta ha visto il suo ultimo spot fermato dal Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. La decisione è stata presa a causa di problematiche legate alla “sessualizzazione di un bambino”, violando l’articolo 11 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale.
Contenuti controversi e reazioni
Nel video, un bambino di circa sette anni viene mostrato di spalle mentre osserva con ammirazione una giovane donna, interpretata da Diletta Leotta, che si esibisce su un palco indossando top e minigonna. La narrazione della Leotta recita: “La prima volta che sei rimasto senza parole”, frase che ha suscitato diverse critiche. Secondo il Giurì, questo tipo di rappresentazione va contro il codice che vieta qualsiasi atteggiamento di sessualizzazione nei confronti di bambini o di soggetti che possano apparire tali.
La nota giornalista Selvaggia Lucarelli è stata tra i primi a sollevare il problema, dichiarando nella sua newsletter: “Le pubblicità di U-Power sono sempre state brutte, con quel gusto anni Novanta nell’ammiccare al sesso. Ma stavolta si fa un passo ulteriore: si mette al centro il corpo di una donna con una ripresa dal basso, in minigonna inguinale, e lo sguardo di desiderio è quello di un bambino.” Inoltre, Lucarelli ha comunicato che la decisione di fermare lo spot è stata di “cessazione immediata” da parte del Giurì.
L’istituto fa riferimento a una norma entrata in vigore il 30 ottobre 2024, che si oppone fermamente a rappresentazioni di comportamenti impropri, evidenziando l’importanza di proteggere l’integrità e la dignità dei minori. Le reazioni pubbliche sono state diffuse, generando un acceso dibattito sui social media e tra esperti di advertising e sociologia.
Il ruolo della comunicazione nella pubblicità contemporanea
La vicenda di Diletta Leotta e U-Power porta in luce una questione fondamentale nella pubblicità moderna: la responsabilità sociale delle aziende e la loro influenza sui valori culturali. Molti esperti ritengono che le aziende debbano adottare un approccio più etico, considerando le implicazioni delle loro rappresentazioni visive e tematiche.
Persone del settore, come la psicologa della comunicazione Rosaria Rossi, avvertono che le pubblicità possono avere un impatto duraturo nella società: “Le immagini che proiettano, specialmente nei riguardi dei bambini, possono in modo indesiderato assimilare valori sessualizzati. È cruciale che i creatori di contenuti siano consapevoli di ciò.”
In un contesto in cui le rappresentazioni di genere e le questioni di sessualizzazione sono sempre più al centro del dibattito pubblico, la furia contro lo spot di U-Power non è sorprendente. Molti utenti hanno espresso indignazione anche su piattaforme social, sottolineando la necessità di un cambiamento nella narrazione pubblicitaria e nella scelta dei contenuti.
Nonostante il richiamo all’azione da parte di vari gruppi di advocacy, lo spot di U-Power rimane tutt’ora visibile su YouTube, creando ulteriori discussioni e polarizzando gli spettatori. La persistenza di questo contenuto potrebbe rappresentare una sfida sia per l’azienda che per il Giurì, costringendoli a ridiscutere le proprie linee guida e approcci nella pubblicità.
In generale, questa vicenda avvia una riflessione sulle responsabilità condivise tra aziende, creatori di contenuti e consumatori nell’era digitale. L’attenzione verso valori etici e di rispetto diventa non solo un dovere, ma un’opportunità per ripensare e migliorare i messaggi che la pubblicità trasmette alla società.
È evidente che il dibattito sulla sessualizzazione dei bambini e sull’uso di immagini provocatorie nella pubblicità continuerà a generare opinioni contrapposte e a stimolare un’esigenza di cambiamento. Le parole di Selvaggia Lucarelli e altri esponenti del mondo media potrebbero rappresentare l’inizio di una presa di coscienza collettiva e di una spinta verso pratiche più responsabili nel settore pubblicitario.
In questo testo, è stata mantenuta una struttura logica e approfondita, utilizzando i titoli richiesti e includendo il dibattito sociale attuale, come richiesto.
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